SALERNO ‘ CAPITALE ‘ DELLA CULTURA

 

 

Salerno, 14 Marzo 2011

Ambrogio IETTO

DA CORONA A LUXURIA COL GIUDIZIO SEVERO DI MICHELE SANTORO

 

A Vincenzo De Luca, sindaco di Salerno, che disegna e spesso enfatizza una città a dimensione europea, aperta sul Mediterraneo, quasi pronta a diventare sede permanente delle migliori espressioni dell’architettura contemporanea grazie al piano regolatore redatto da Oriol Bohigas e alle opere in cantiere progettate da Zaha Hadid, Ricardo Bofil, Santiago Calatrava, David Chipperfield, Maria Aubock, avrà fatto di certo piacere sapere dei successi acquisiti, nella città da lui amministrata, da due personaggi continuamente ripresi sui più noti periodici specializzati in gossip e nei cosiddetti raffinati salotti televisivi: trattasi di Fabrizio Corona e Vladimir Luxuria, già all’anagrafe col nome di Vladimiro Guadagno, un tempo gay ed oggi, grazie alla modificazione delle proprie caratteristiche anatomiche e fisiologiche, approdato al sesso opposto a quello cui apparteneva per nascita e, quindi, esaltata come transgender più famosa d’Italia. Dunque Corona, grazie ad un insistente invito del prof. Rino Sica, fu elevato a marzo dell’anno scorso al rango di docente universitario e salutato ufficialmente al Campus di Fisciano dal rettore dell’ateneo Raimondo Pasquino, oggi felicemente candidato a sindaco del capoluogo campano. Aldo Grasso, docente di storia della radio e della televisione all’Università Cattolica di Milano, nella veste di critico televisivo del ‘Corriere della Sera’ salutò l’evento con questa parole: “ Corona che diventa prof ? Un fatto che segnala non la miseria di Corona stesso ma dell’Università italiana che ormai, per sentirsi viva e per avere qualche richiamo mediatico, non esita a proporre agli studenti occasioni come questa “.

In quei giorni il Corona era reduce da Potenza ove aveva partecipato ad una delle sedute del processo ‘Vallettopoli ‘ di cui era uno dei protagonisti più celebri. Recentemente, come si sa, è ritornato in una località contigua alla Basilicata, esattamente in quel di Avetrana, ove, secondo quanto dichiarato da Walter Biscotti, avvocato della famiglia Scazzi, avrebbe offerto una somma cospicua per la realizzazione di un ampio servizio fotografico sulla povera quindicenne Sara, assassinata e buttata in un pozzo di proprietà di suoi congiunti.

A distanza di un anno Salerno realizza un’altra performance che, con molta probabilità, consentirà al sindaco De Luca di proporla in sede Unesco, sia pure limitatamente ad un anno, quale prossima capitale europea della cultura.

La prestazione di Vladimir Luxuria, infatti, invitata dagli organismi dirigenti del liceo artistico ‘ Filiberto Menna ‘ per presentare un suo libro di successo dal titolo ‘ Le favole non dette ‘, ha raccolto entusiastici apprezzamenti da parte della folta schiera degli studenti, letteralmente presi dal carisma della narratrice che non ha mancato di partecipare, con linguaggio fiorito e piccante, considerazioni ed apprezzamenti particolarmente graditi dagli allievi il cui potenziale di creatività, sicuramente posseduto in relazione all’indirizzo di studi scelto, ha avuto modo di esprimersi al massimo grazie ad esplosive elaborazioni immaginativo – fantastiche.

Nel corso dell’unidirezionale suo intervento, primariamente mirato ad offrire il senso della sua produzione letteraria e, quindi, ad enfatizzare la terra promessa ove ‘ non si imprigionano gli animali per la loro bellezza e non si imprigionano creature umane per la loro stranezza ‘, l’ex parlamentare di Rifondazione Comunista ha ritenuto opportuno, forse per inviare un significativo messaggio al neo – arcivescovo di Salerno mons. Luigi Moretti, rivendicare la laicità dello Stato e la fine, col 1861 ( in realtà ha dimenticato che l’entrata a Roma delle truppe italiane si verificò il 20 settembre 1870 ),  del potere temporale del Papato .

Così sono stati sciorinati i temi cari dei diritti dei gay, delle lesbiche e dei transessuali, del testamento biologico e delle varie questioni cosiddette sensibili.

Luxuria, forse ricordandosi del lauto assegno ricevuto a seguito della sua vittoria all’Isola dei Famosi  e giudicato all’epoca equivalente alla retribuzione complessiva di 300 anni di lavoro di un operaio, ha ritenuto opportuno offrire gratuitamente la sua prestazione agli studenti.

Che la transgender, giudicata da una testata on line della città campana, portatrice di ‘ atto pedagogico’ e del ‘ valore dell’arte come visione positiva e trasformativa ‘ ( ! ), abbia sostenuto con comprensibile convincimento le sue molto discutibili idee, rientra nel cliché che si è dato e che l’ha condotta al Parlamento italiano facendola anche arricchire.

Ma che l’opportunità di elevarla al magistero educativo le sia stata offerta da un’istituzione scolastica statale è semplicemente disarmante e comprova, purtroppo, con quanta superficialità e pressappochismo pedagogico – didattico si offrono ad adolescenti e giovani, nella sede ufficialmente deputata alla scoperta dei saperi e all’intelligente mediazione culturale, modelli di quel mondo dell’effimero e della trasgressività che tanto danno sta facendo alle nuove generazioni.

Chiamare in causa l’autonomia della didattica e della sperimentazione significa soltanto tentare di rifugiarsi  dietro comodi e strumentali paraventi di natura costituzionale e normativa. Che un collegio dei docenti, sicuramente chiamato a pronunciarsi sulla fattibilità dell’iniziativa, si sia espresso a favore della stessa, rivela anche di quanto sia elevato il tasso di deresponsabilizzazione collettiva raggiunto dalla scuola statale. Va compresa, così, anche la decisione dell’illustre concittadino Michele Santoro che, pur sostenendo a parole la scuola di Stato, ha  scelto da tempo per la sua figliola la scuola francese Chateaubriand di Roma. Egli, che non può non ricordarsi di quando, collocato sulle scale di accesso al liceo ‘ Tasso ‘ di Salerno, si sistemava dietro l’ottimo preside Vasile ed ostentava a mo’ di trofeo un sarago congelato, sa bene che l’odierna scuola statale è capace di offrire cose peggiori di quella di fine anni sessanta da lui frequentata.

Che poi il conduttore di ‘ ‘Annozero ‘ decida di mandare a quel paese i volontari della protezione civile di Camerota, sorpresi a scrutarlo all’interno della sua villa di Amalfi, è altro discorso.

Mica  è comprensivo come il Cavaliere che apre i cancelli di villa Certosa e della residenza di Arcore a quanti vogliono partecipare all’ingenuo gioco del bunga bunga.

 

 

 

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