QUANDO E’ LA MONTAGNA AD ANDARE DA MAOMETTO

Salerno, 29 ottobre 2013

Ambrogio IETTO

LA CHIESA SALERNITANA PREFERISCE UTILIZZARE IL SALONE

MUNICIPALE PER PRESENTARE L’ENCICLICA DI PAPA FRANCESCO

Ci sarà pure un ben fondato motivo se all’austero Salone degli Stemmi del Palazzo vescovile si preferisce l’autorevole Salone dei Marmi di Palazzo di Città ove ieri sera l’Ufficio curiale per il Progetto Culturale della Chiesa Italiana ha ritenuto opportuno procedere alla presentazione della Lettera Enciclica sulla Fede del Sommo Pontefice Francesco diretta ai vescovi, ai presbiteri e ai diaconi, alle persone consacrate e a tutti i fedeli laici.

In verità non è la prima volta che la Chiesa salernitana preferisce migrare nel vicino sito di via Roma per partecipare al locale Popolo di Dio la parola dell’episcopato o, come in questo caso, addirittura quella del Pontefice.

L’arcivescovo emerito mons. Gerardo Pierro vi approdò per leggere e commentare, tra i freddi marmi, una sua lettera quaresimale. Il caso volle che poco dopo il sindaco onorevole De Luca fece deliberare dal consiglio comunale la concessione della cittadinanza onoraria al presule dopo che analoga iniziativa non era andata in porto al suo predecessore De Biase.

L’iniziativa di ieri sera fruiva addirittura del patrocinio del Comune ed ha previsto anche l’intervento programmato del sindaco De Luca che, probabilmente prossimo alla conversione dal vecchio credo marxistaleninista , può rientrare a pieno titolo nella categoria dei ‘fedeli laici’, destinatari ufficiali del documento di papa Francesco.

D’altro canto al punto 3. della lettera – enciclica si legge che ‘poco a poco si è visto che la luce della ragione autonoma non riesce a illuminare abbastanza il futuro; alla fine, esso resta nella sua oscurità e lascia l’uomo nella paura dell’ignoto’.

E che il sindaco stia vivendo momenti, se non di paura, almeno di incontenibile nervosismo è sotto gli occhi di tutto e si trova anche scritto nei grossi titoli dei quotidiani locali.

Al punto 10. dell’enciclica ancora si legge: ‘ La fede capisce che la parola, una realtà apparentemente effimera e passeggera, quando è pronunciata dal Dio fedele diventa quanto di più sicuro e di più incrollabile possa esistere’.

Che De Luca non si stia davvero convincendo dell’effettiva vacuità dei suoi monologhi e ricerchi l’illuminazione della fede per renderli soprattutto credibili ad un’opinione pubblica ormai diffidente ?

La ‘ Lumen Fidei’, presentata in casa sua ieri sera, mette il primo cittadino in comprensibile difficoltà soprattutto al punto 27, ove si legge che ‘ Amore e verità non si possono separare. Senza amore, la verità diventa fredda, impersonale,oppressiva per la vita concreta della persona’.

Siamo sinceri: ma come può De Luca sentirsi testimone significativo, portatore integerrimo dell’accoppiata ‘ amore – verità ‘? Entrambe queste dimensioni di personalità, la prima contraddistinta da intense, radicate dinamiche emotivo – affettivo – relazionali verso il prossimo, e la seconda caratterizzata da autenticità e veridicità nei riguardi dei propri amministrati, non sono state mai ospiti del cuore e dell’animo di un politico di professione.

Immaginiamo in un povero sindaco come De Luca costretto molto spesso a riservare ai propri concittadini epiteti come cafoni ed ignoranti e a ripetere fino alla noia bugie riguardanti la primaria collocazione raggiunta da Salerno, città mediterranea e planetaria, nella produzione artistica del teatro ‘ Verdi’, nei milioni di visitatori delle ‘luci d’artista’, nelle radicali trasformazioni urbanistiche e finanche nella gastronomia. L’unica bugia che egli non può proferire è che la locale squadra di calcio primeggi nella Champions League.

Ora, forse, è possibile comprendere del perché la manifestazione di fede di ieri sera si sia tenuta nel Salone dei Marmi e non in quello degli Stemmi ove lo sguardo serafico anche se severo delle centinaia di predecessori di Mons. Moretti avrebbe potuto elevare il tasso di disagio di De Luca.

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