Archivio per dicembre, 2013

DIRIGENTI SCOLASTICI AUTOREFERENZIALI

14 dicembre 2013

Salerno, 14 dicembre 2013

Ambrogio IETTO

UNA SCUOLA SEMPRE PIU’ VITTIMA DELLA PROPRIA AUTOREFERENZIALITA’

Ieri mattina, presso la sede dell’Associazione Italiana Maestri Cattolici di Salerno, conferenza – stampa sul tema ‘ Dati Ocse Pisa 2012: il sistema scolastico del Sud ancora in crisi. Solo colpa della scuola ? ‘. Intento primario dell’iniziativa: compiere una riflessione ‘ a cuore aperto’ sui mali cronici, in particolare, del sistema scolastico del Mezzogiorno d’Italia senza sottrarsi ad una riflessione pacata ma severa sulle molteplici e non trascurabili cause di natura socio – culturale.

Mentre giornali ed emittenti televisive locali hanno assicurato di fatto la loro partecipazione, è mancata del tutto, invece, la presenza dei rappresentanti dei sindacati della scuola e dei circa quaranta dirigenti o loro rappresentanti delle istituzioni scolastiche statali di ogni ordine e grado operanti nella città capoluogo. Eppure l’invito rivolto per una manifestazione programmata per le undici del mattino, quindi ad avvio avvenuto delle ordinarie attività didattiche, chiariva che l’incontro voleva costituire ‘ un’opportunità particolarmente preziosa per favorire uno scambio di opinioni ‘ sulle difficoltà della scuola meridionale e, quindi, anche su quella salernitana e campana.

L’unanime, mancata partecipazione ha voluto forse rappresentare una sorta di noncuranza o di avversità nei confronti di un gruppo professionale di volontariato educativo o di chi lo rappresenta, responsabile dell’impunibile reato di essere ancora affetto di mal di scuola, oppure un ulteriore, grave peccato di autoreferenzialità attribuito già qualche decennio fa dal sociologo e filosofo tedesco Niklas Luhmann alla scuola soprattutto se dotata di piena autonomia come è quella italiana ?

Quella di ieri, dunque, era comunque un’occasione per confrontarsi sulla possibile ricerca di soluzioni per superare il grave gap che vive la scuola meridionale.

Purtroppo si continua nella pratica del rito degli ‘ Open Day ‘, una sorta di mercatino natalizio delle presunte o vere migliori offerte formative finalizzate a reclutare allievi per il proprio istituto, mentre l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) si lamenta del fatto che percentuali consistenti di nostri allievi del Sud non acquisiscono le competenze di base in matematica, problem solving, scienze e nella corretta comprensione ed interpretazione di un testo scritto dopo averlo letto.

La stessa importante, significativa iniziativa assunta dal quotidiano ‘ Le CRONACHE del Salernitano ‘, orientata a mettere a disposizione settimanalmente e a rotazione di ogni scuola secondaria due pagine del giornale per ospitare resoconti e considerazioni riguardanti progetti innovativi, esperienze didattico – metodologiche di avanguardia, scambi ed incontri con scolaresche di altre località d’Italia e d’Europa, sperimentazioni e ricerche educative sul campo, stenta a partire per ritardate adesioni da parte delle istituzioni scolastiche.

Insomma la scuola non può farcela da sola a risalire la china ma non può chiudersi nemmeno in un irraggiungibile ed autoreferenziale fortilizio.

La ” pasionaria teanina’ non è l’aminoacido che si trova nel tè né la venticinquenne che vuol chattare in rete. E’ LA GIOVANE PARLAMENTARE PINA PICIERNO CHE HA FATTO TACERE IL SINDACO DI SALERNO DE LUCA

12 dicembre 2013

Salerno, 12 dicembre 2013

Ambrogio IETTO

Ma Renzi fa sul serio ?

Ha suscitato davvero clamore quanto accaduto ieri mattina nel Transatlantico di Montecitorio. Pina Picierno, giovanissima parlamentare del partito democratico e designata l’altro giorno da Matteo Renzi quale responsabile del settore ‘ Legalità e Sud ‘ all’interno della sua segreteria, ha avvicinato il vice ministro e sindaco di Salerno Vincenzo De Luca e a chiare lettere lo ha sollecitato a lasciare l’incarico di governo così come sottolineato anche dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato.

Testimoni oculari, spettatori occasionali del battibecco, confermano il tono risoluto della giovane parlamentare trentaduenne che si laureò al campus della nostra Università con un’originale tesi in Scienze delle Comunicazioni sul ‘linguaggio politico di Ciriaco De Mita’. Già allora si capì che quel suo lavoro di ricerca, senza dubbio originale, le avrebbe aperto la strada della politica attiva.

Infatti ad appena 27 anni fu eletta alla Camera dei Deputati con la Margherita e, quindi, recentemente col partito Democratico, guadagnandosi anche con Epifani l’incarico di responsabile per le questioni correlate con la legalità.

Così, gratificata l’altro giorno anche dalla chiamata di Renzi, non ha indugiato nell’affrontare a muso duro De Luca per ricordargli che anche Matteo si era pronunciato negativamente sul doppio incarico. Ovviamente le cronache precisano che il nostro sindaco, per nulla intimidito e già seccato per precedenti dichiarazioni proferite nel merito da parte della stessa eroina renziana, avrebbe esclamato: “ Così mi incazzo veramente. Mò Renzi è il Padreterno che decide tutto. Io non prendo ordini da nessuno e nel PD non c’è chi possa darmi lezioni di moralità “.

Risentita ma sempre ferma nel tono la Picierno ha ribadito: “ Fai bene a chiamare Matteo”.

Si sa che il neo – segretario del PD aveva rilasciato già nei giorni scorsi dichiarazioni che stigmatizzavano il doppio incarico di De Luca. Quindi è possibile dedurre che è stato ben felice di assegnare esplicita delega alla ‘pasionaria’ di Teano, magari indicandole anche il luogo, quello del Transatlantico a Montecitorio, per dare alla sceneggiata un clamore maggiore.

Che non sia questo l’antipasto per arrivare poi a negare a De Luca il visto per la candidatura a governatore della Campania ?

Ma allora Matteo vuole essere preso davvero sul serio ?

Certo è che la sua collaboratrice ha scritto testualmente sul sito ufficiale del PD: “ Mi sono candidata per tentare di restituire alla politica della mia terra un pizzico di leggerezza e una montagna di coraggio: quello di cui ha bisogno per poter crescere nella legalità “.

A quanto sembra era proprio necessaria una giovane ragazza per fare innervosire De Luca il cui semplice sguardo è in grado di fare intimorire gli uomini che abitualmente lo circondano e che si sono educati a pendere dalla sue labbra.

ATTENDERE CON CALMA PER VERIFICARE LE CAPACITA’ EFFETTIVE DI RENZI NEL TRADURRE IN FATTI CONCRETI LE SUE PROMESSE DI RADICALE CAMBIAMENTO

11 dicembre 2013

Salerno, 11 dicembre 2013

Ambrogio IETTO

Renzi sì, Renzi no

Non mi sono lasciato tentare dall’idea di mettermi in fila e di andare a votare per le primarie del partito democratico. Né risponderei all’invito di altra forza politica del centro o del centrodestra se dovesse anche in queste aree politiche attivarsi un simile marchingegno.

Credo che si tratti di un meccanismo ipocrita e, nella sostanza, eterodiretto.

Come può spiegarsi che nel giro di un anno il milione e 545 mila voti assegnati a Bersani nel dicembre 2012(61,11% ) si siano catapultati a favore di Renzi che, battuto allora sonoramente dal politico piacentino, si attestò a 983.222 suffragi ( 38,99% ) contro il 68 % acquisito nella consultazione di domenica scorsa ? Angelo Panebianco, nell’editoriale di ieri sul ‘ Corriere’, ha richiamato l’indovinato termine inglese ‘bandwagoning ‘ che sta per ‘saltare sul carro del vincitore ‘.

E Salerno ha dato conferma solenne ed esplicita della bontà di questa tecnica che ha avuto una non trascurabile incidenza sul successo del sindaco di Firenze e che rappresenterà per lui uno dei rompicapi da risolvere.

De Luca, infatti, non è il solo che vuole andare all’incasso dopo aver dirottato i propri esecutori d’ordine a favore del vincente. Da quanto è possibile decodificare dalle sue laconiche espressioni verbali e dalle più esplicite manifestazioni facciali e gestuali sembra che sia rimasto già deluso ed incavolato dai nomi dei 12 ragazzi 12 scelti per la segreteria.

Per lui, ora, la partita più difficile si giocherà per la candidatura a presidente della giunta regionale della Campania ove potrebbe imbattersi nell’opposizione della stessa componente napoletana vicina al neo – segretario nazionale.

Va anche aggiunta la possibilità che, in caso di elezioni politiche anticipate, possa trovare una buona collocazione per il rilancio parlamentare l’ex senatore Alfonso Andria che aveva giurato fedeltà a Renzi prima di De Luca, per il tramite del suo sponsor Franceschini. E’ impossibile, inoltre, prevedere l’effetto che potrà produrre l’avvenuta elezione all’assemblea nazionale del giovane suo genero avvocato Federico Conte sia pure col marchio di fabbrica Cuperlo.

Di certo il pragmatismo e la buona pratica della trattativa costituiscono segni distintivi della personalità di De Luca che giorni fa si è finanche umiliato nell’andare ad ossequiare a Napoli il giovane toscano, ineffabile chiacchierone più che fine comunicatore.

Egli, nel corso della sua campagna elettorale, infatti, ha bastonato il sindacato, ha cantato il requiem agli ultimi nostalgici comunisti, si è dichiarato indisponibile agli inciuci, ha detto di aborrire i professoroni e di considerarsi un riformista non noioso tanto da indicare nel nove di dicembre la data di avvio del divertimento suo e dei suoi amici.

Dimentica, però, che risultati così importanti ( tra questi ‘ l’autorevolezza sociale del ruolo dell’insegnante’ e la centralità del sistema educativo – scolastico ) si conseguono in compagnia e con l’assenso di altre rappresentanze parlamentari.

Renzi e De Luca rassomigliano molto al Cavaliere Berlusconi sia nell’eloquio sia nell’enfatizzazione dei contenuti.

A dicembre 2012, all’indomani della sconfitta nelle primarie, il fiorentino individuò la causa della sconfitta nel non essere stato capace di scrollarsi ‘ di dosso, fuori della Toscana, l’immagine di essere un ragazzotto ambizioso che vuole fare chissà che cosa ‘.

A lume di naso il tasso di ambizione, a distanza di un anno, è cresciuto vorticosamente ma è riuscito a vincere, ottenendo un consistente, lusinghiero successo.

Pertanto Renzi sì, Renzi no. E’ opportuno attendere un po’ prima di catalogarlo definitivamente.

La poesia di Sigismondo Nastri

9 dicembre 2013

Salerno, 9 dicembre 2013

Ambrogio IETTO

La poesia di Sigismondo Nastri

Presso la biblioteca comunale di Amalfi è stata presentata nei giorni scorsi l’ultima opera poetica di Sigismondo Nastri, cittadino DOC dell’antica repubblica marinara grazie ai natali sopraggiunti settantotto anni fa verso la fine del segno zodiacale dell’ariete, nel cuore della valle dei Mulini. Non si svela un segreto arcano nell’indicare l’età dell’amico che non ha avuto indugi nel chiudere la tenera, suggestiva raccolta di poesie “ Ho coltivato sogni“ ( De Luca Editore, pagg. 156 ) con una lirica dall’inequivocabile titolo ‘Settantotto primavere ‘.

E sono proprio gli ultimi due versi di questo componimento ( ‘ E’ tutto guadagnato ciò che mi aspetta da domani in poi ‘ ) a rasserenare il poeta e lo stesso lettore coinvolto, soprattutto se più o meno coetaneo dell’autore, in un succedersi di ricordi e di esperienze passate che, nella didascalica definizione offerta dallo stesso Nastri, finiscono, queste ultime, grazie ad un magico processo catartico – liberatorio, col trasformarsi in sogni.

Egli ha ragione nell’identificare il ricordo con la ‘ storia vissuta di gesti, parole, illusioni, tormenti, sconfitte, protetto dalla pietra del tempo’. La raccolta, infatti, non è avara di ricordi che vanno dal richiamo mentale del ‘ pane nero di segala dura ‘ divorato dal ‘ bimbo cresciuto all’ombra dei cannoni’, nel corso delle vicende anche drammatiche dell’ultimo conflitto bellico, alla ‘ notte senza silenzio ‘ tra il 25 e il 26 ottobre del 1954 di Maiori, animata dai vortici d’acqua del Reginna e dalle urla degli alluvionati soccombenti.

Non mancano i ricordi tenerissimi di Mariangela, ‘ un frullo d’ali come di farfalla’, o della madre che il poeta ritrova di tanto in tanto in sogno col suo ‘ sguardo sereno ’, la luce degli occhi e l’umiltà dei gesti.

Nei molti sogni vissuti ad occhi aperti la fanno da padrone, come puntualmente sottolinea Rino Mele nell’interessante prefazione, le ‘ parole mute del mare’, il ‘ quarto di luna nel cielo che imbruna’, ‘ il silenzio delle piccole cose’ e tanto, tanto amore espresso verso la donna amata e le molteplici e differenziate creature dell’universo.

Di straordinaria intensità le ‘ preghiere’ che confermano, nell’autenticità del messaggio, la salda, invidiabile fede di Sigismondo Nastri, profondamente immerso in un ricorrente stato d’animo intonato ad una vaga tristezza ma fortunatamente alimentato dalla speranza della ‘ porta che conduce alla luce ’.

Poesia limpida, vissuta e coinvolgente la sua.

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