MENTRE LA COCCIUTAGGINE DI DE LUCA SI GIUSTIFICA CON LA SINDROME DEL POTERE ESCLUSIVO SULLA CITTA’ L’INERZIA DEL CONSIGLIO COMUNALE CONFERMA L’INCAPACITA’ AD ASSUMERE LE DOVUTE RESPONSABILITA’

Salerno, 25 gennaio 2014

Ambrogio IETTO

Consiglio comunale inerte

Rex Todhunter Stout, scrittore statunitense, esperto nell’unificare il giallo d’azione americano e il giallo inglese più intellettuale in quanto deduttivo, nel romanzo ‘ La traccia del serpente’, in cui colloca per la prima volta Nero Wolfe come protagonista, scrive: ‘ Il miglior partito, quando c’è possibilità di scelta, è affidarsi all’inerzia. E’ la più grande forza che ci sia al mondo “.

L’inerzia, infatti, corrisponde allo stato di inattività e di inoperosità di un organismo che non è o non è stato messo in condizione di compiere la propria funzione.

Il consiglio comunale di Salerno alimenta sempre più nell’opinione pubblica, da quando è emersa con nitidezza la leadership politica di Vincenzo De Luca, il convincimento della sua inidoneità a svolgere con l’indispensabile autonomia il compito affidatogli dall’elettorato.

Mentre quello di Reggio Emilia deliberava il 3 giugno 2013 la decadenza da sindaco di Graziano Del Rio, nominato ministro per gli affari regionali e, successivamente, anche per lo sport, e a Padova, poco dopo, si determinava la medesima decisione per Flavio Zanonato, ministro per lo sviluppo economico, seguita dal grave provvedimento del Presidente della Repubblica di scioglimento dello stesso consesso, a Salerno la manfrina rimane vergognosamente ancora in atto.

La dichiarazione di decadenza dalla carica di sindaco di De Luca, pronunciata ieri dalla dottoressa Giulia Carleo, presidente della prima sezione civile del nostro Tribunale, redatta dal giudice estensore dottoressa Antonella Di Stasi, e scaturita dal ricorso presentato nel luglio del 2013 dai parlamentari locali del Movimento 5 Stelle, sottolinea lo stato di sussistenza della causa di incompatibilità prevista dall’articolo 13 della legge n. 148/2011.

Il provvedimento, nel mentre toglie ogni dubbio sull’equivoca posizione istituzionale assunta con ostinatezza dal vice ministro De Luca, sancisce lo stato di assoluta, acritica esecutività di un consesso che, preoccupato anche della non rosea prospettiva di riconferma elettorale per molti dei suoi componenti, è arrivato finanche a far mancare il numero legale dopo un indecente tiremmolla contraddistinto da tentativi di distinguo della normativa vigente in materia, da pronunciamenti espressi da esperti veri o presunti, dalla pratica dei rinvii.

Come si ricorderà a fine novembre scorso la stessa Autorità garante della concorrenza e del mercato, l’Antitrust, aveva decretato l’incompatibilità. Una nota diffusa dall’amministrazione comunale addirittura ebbe subito a comunicare che il pronunciamento dell’Agcm aveva accolto la tesi di De Luca secondo il quale la carica di viceministro non si era ancora perfezionata.

Ora lo stesso Ufficio Stampa del Comune ci informa che l’ordinanza della magistratura ordinaria resta sospesa perché è preannunciato il ricorso sia in Appello sia alla Corte di Cassazione.

Se questa ostinata resistenza del sindaco può essere anche compresa stante la sua predisposizione a favore del mantenimento del potere sulla città, la maggioranza del consiglio comunale va sonoramente biasimata per la totale perdita dell’autonomia decisionale concessagli dalla norma, per l’assoluta carenza di senso civico, per la deliberata rinuncia alla pratica del coraggio e all’assunzione delle conseguenti responsabilità.

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